RINCARO BOLLETTE DEL 55% A FAMIGLIA: COME FAR FRONTE AI RINCARI CON SOLUZIONI ENERGETICHE DA FONTI RINNOVABILI!
Dal 2022 le bollette di casa di elettricità nel mercato tutelato subiranno un rincaro del 55%, e quelle del gas del 41,8%.
Le famiglie italiane subiranno, rispetto al 2021, un aumento non indifferente di spesa media di 334 euro in più per l’elettricità, e 610 euro per il gas.
Il gas naturale è la materia prima che sul mercato europeo ha subito i maggiori rincari nel 2021: da 19 centesimi al metro cubo a oltre 90 (+423%).
Il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è cresciuto perché è legato al mercato del gas, e dovendo aumentare la produzione utilizzando il gas, devono compensare di conseguenza le maggiori emissioni con l’acquisto di crediti di CO2 sul mercato, che sono passati da 33 a 79 euro alla tonnella
E così nel mese di dicembre il prezzo dell’energia elettrica è arrivato a 288 €/MWh, dai 61 di inizio anno (+372%).
l’Italia è sicuramente la più penalizzata perché il 42% del consumo totale di energia è prodotto con il gas.
Rincaro bollette: i settori più esposti
Più esposti ai rincari sono i settori energivori: acciaierie, ferriere, fonderie, vetrerie, ceramica, cemento, legno e carta. Per queste imprese l’energia pesava parecchio sui costi totali già prima degli aumenti figuriamoci ora.
Gli aumenti schiacciano anche negozi, centri commerciali, cinema, teatri, discoteche, lavanderie, parrucchieri, estetiste; peseranno sul turismo (alberghi, bar e ristoranti); trasporto e logistica; alimentare (pastifici, prosciuttifici, panifici, molini).
Il paradosso è che molte imprese, hanno registrato una quantità di ordini che non si vedevano da più di 10 anni, ma evadere le commesse è diventato troppo costoso.
Confindustria chiede al governo maggiori esenzioni fiscali sulle bollette per i settori della manifattura e di separare i costi dell'elettricità da fonte rinnovabile rispetto a quello prodotto col gas.
E i prezzi rimarranno tali? Il Centro Studi Confindustria ha calcolato che nel primo trimestre la crescita sarà dello 0,8% in meno del previsto.
La Cgia di Mestre ha invece calcolato le ricadute nei settori più energivori: su 1,8 milioni di occupati, i posti di lavoro a rischio sono 500 mila.
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