Sul clamoroso Superbonus 110% c’è da precisare una cosa, ovverosia, che i continui interventi sulla misura sono stati messi a punto dal Governo italiano, che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, per arginare le frodi sui bonus edilizi. Così come il clamoroso Superbonus 110% è cambiato 14 volte in due anni anche a causa del rallentamento dei lavori nei cantieri.
Un rallentamento causato dai rincari delle materie prime in edilizia. E dai problemi di approvvigionamento. Cosa che ha portato, proprio con una modifica, al recente spostamento del vincolo SAL 110 al 30% per le villette unifamiliari. Un vincolo prorogato al 30 settembre prossimo rispetto alla scadenza originaria del 30 giugno del 2022.
La verità sul Superbonus 110% e sulla fattura elettronica, ecco cos’ hanno prodotto
La Corte dei Conti ha fatto il punto sia sul Superbonus 11% che sulla fatturazione elettronica che a breve interesserà anche i forfettari. Bocciatura per il Superbonus 110% e sufficienza per la fatturazione elettronica, In sintesi, può essere così riassunto il giudizio di parifica della Corte dei Conti sul rendiconto statale 2021.
Il Superbonus così come gli altri sconti fiscali rappresentano un elemento distorsivo del prelievo. Sulla fatturazione elettronica invece, la Corte dei Conti sembrerebbe suggerire un ampliamento generalizzato anche per le partite IVA con un limite di ricavi/compensi inferiore a 25 mila euro.
Il giudizio sul Superbonus 110%
Un giudizio piuttosto critico da parte della Corte dei Conti riguarda il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi. Nel documento della Corte dei Conti si legge che: le spese fiscali costituiscono un elemento di distorsione del prelievo configurando in molti casi dei benefici non sempre giustificati per gruppi specifici di soggetti, con effetti distributivi non sempre auspicabili e allo stesso tempo una perdita di gettito non irrilevante, che si quantifica in alcuni punti di PIL.
Sulle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito, la Corte dei Conti segnala che le prime cessioni e gli sconti comunicati all’Agenzia, a decorrere dal mese di ottobre 2020 e fino a tutto il 2021, ammontano a circa 38,4 miliardi di euro, per oltre 4,7 milioni di comunicazioni. Relativamente ai dati delle fruizioni in compensazione dei vari bonus edilizi, fino al 23 febbraio 2022 sono stati utilizzati in F24 circa 2 miliardi di euro dei crediti d’imposta in parola.
Tale importo si riferisce alle fruizioni relative alle sole rate dei vari crediti d’imposta maturate negli anni 2021 e 2022, relative alle detrazioni per le spese sostenute negli anni 2020 e 2021. Cessione del credito e sconto in fattura, gli illeciti più frequenti.
Sempre sulla cessione del credito Superbonus e altri bonus edilizi, gli illeciti emersi con maggiore frequenza riguardano:
lavori edilizi necessari a conferire il diritto alla detrazione non avviati;
crediti oggetto di plurime cessioni “a catena” che coinvolgono imprese con la medesima sede e/o con gli stessi legali rappresentanti, sovente nullatenenti, irreperibili e/o gravati da precedenti penali;
veri e propri “caroselli” di compravendite strumentali;
immobili sui quali sarebbero stati eseguiti gli interventi agevolati non riconducibili ai beneficiari originari delle detrazioni (primi cedenti);
lavori edilizi incompatibili con le dimensioni imprenditoriali dei soggetti che li avrebbero effettuati e che acquistano la titolarità dei crediti con lo “sconto in fattura”;
provviste ottenute con la monetizzazione dei crediti trasferite all’estero o reinvestite in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative.
Fatturazione elettronica
Sulla fatturazione elettronica ora estesa anche ai contribuenti in regime forfettario, dopo l’ok dell’Unione Europea, la Corte dei Conti suggerisce un’estensione generalizzata. Nel documento viene riportato inoltre che, non vengono trascurati i benefici che possono derivare da un passaggio generalizzato alla fatturazione elettronica ai fini della gestione completamente automatizzata dei processi di registrazione, liquidazione e dichiarazione IVA e dell’erogazione dei servizi di pre compilazione delle dichiarazioni. Liquidazione e dichiarazione IVA che naturalmente non riguardano i contribuenti in regime forfettario.
Superbonus 110%, esauriti i fondi. Cosa succede se il contratto è firmato ma si è in attesa della banca?
Secondo un recente report dell’Enea, il fondo stanziato per il Superbonus 110% è già terminato; i contributi prenotati sono già superiori alle risorse disponibili. È ovvio che, in queste condizioni, si renderà necessario il rifinanziamento della misura, ma non è così scontato. Il Premier Mario Draghi, già in diverse occasioni, ha sempre dichiarato la sua contrarietà al Superbonus oltre che a un suo possibile rifinanziamento.
Molto probabilmente, il governo interverrà con nuove risorse solamente per risolvere la situazione di tutti quei lavori ormai iniziati. Ad ogni modo, in questi giorni, in molti si stanno chiedendo: cosa succede a quei soggetti che hanno già stipulato il contratto con l’impresa ma attendono la risposta della banca per la cessione del credito?
Altroconsumo.it ha appena pubblicato una guida in cui vengono passati al vaglio diversi possibili scenari. In particolare, l’associazione ha fornito alcuni utili chiarimenti proprio in merito a questo quesito. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Superbonus 110%, fondi esauriti e si attende un nuovo rifinanziamento
Come già detto in apertura, al 31 maggio sono stati prenotati ben 33,7 miliardi di euro, contro i 33,3 miliardi stanziati. In molti sperano in un rifinanziamento del Superbonus, ma, già in diverse occasioni, alcuni esponenti del governo, nonché lo stesso premier Mario Draghi si sono detti contrari a tale misura.
È molto probabile che la stessa non venga riproposta in futuro. Ad ogni modo, per i lavori già iniziati non dovrebbe esserci nessun problema. Molto probabilmente, il governo spenderà qualche risorsa a copertura di questi interventi. Ma cosa succede se si è firmato un contratto con l’impresa costruttrice ma i lavori non sono ancora iniziati?
Se il contratto è firmato ma sei in attesa della banca
Per coloro che hanno stipulato il contratto con l’impresa e attendono la risposta della banca per la cessione del credito, è ancora possibile bloccare tutto in attesa di sapere cosa deciderà il Governo.
Se il contratto di appalto dei lavori prevede l’accettazione dei lavori o la partenza del cantiere solo una volta che la banca ha accettato la cessione del credito, i lavori non partono e si restituiscono eventuali caparre o anticipi sulla base di quanto stabilito dal contratto”. Infine, se il contratto non prevede tale clausola, è comunque possibile rinegoziare le condizioni di contratto o anche decidere di risolverlo.
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