IL FUTURO DELLE ENERGIE RINNOVABILI
L'idrogeno spesso viene considerato dai più accaniti sostenitori dell'elettrico un male. In realtà il suo intero ciclo, ad oggi, ha una bassa efficienza energetica, ma può essere utilizzato con profitto, se alle spalle ci sono logiche di economia circolare e di inserimento in catene energetiche già preesistenti, dove portare grosse batterie di accumulo o nuove reti elettriche sarebbe ancora più dispendioso, in termini di emissioni e di spesa.
L'utilizzo di idrogeno al posto degli idrocarburi, eviterebbe di produrre in toto CO2 fornendo al contempo l’energia necessaria ai settori “energivori” che difficilmente potranno essere elettrificati, e verso cui quella prodotta dalle sole rinnovabili non potrebbe mai essere sufficiente.
Lo scenario globale sta già prendendo in seria considerazione la realizzazione di impianti per la produzione e lo stoccaggio di idrogeno, molti progetti anche di minore rilevanza sono stati portati alla luce negli ultimi anni, dalle caldaie a idrogeno ai dispositivi integrati per la mobilità.
IDROGENO ED ELETTRICO: LA DIPENDENZA DAL CARBONE
Il nostro Paese è terribilmente dipendente dal carbone, come cita l’autore Eugenio Occorsio nella sua opera “La rinascita del Carbone”. Anche l’analista dell’International Energy Agency, Anne-Sophie Corbeaui ha definito che se oggi gli impianti a carbone procurano i due quinti dell’energia elettrica mondiale, nel raddoppio di questa produzione complessiva previsto per i prossimi dieci anni, i due terzi della quota aggiuntiva proverranno dal carbone stesso. Una crescita esponenziale che porterà il carbone alla pari del petrolio. L'autrice prosegue: “...Nessun’altra fonte di energia, con le tecnologie attualmente disponibili, è in grado di sostenere lo sviluppo previsto per il futuro come il carbone. E quanto alla potenza installata, la Peabody (la più grande compagnia mineraria del settore negli USA), ha fatto un’esercitazione: se si volesse sostituire con altre fonti tutta la potenza installata proveniente dalla fonte carbonifera, oggi servirebbero impianti ad energia solare pari a 1800 volte tutti quelli attualmente in esercizio, o in alternativa 2 milioni e mezzo di turbine eoliche, o ancora 1150 nuovi impianti nucleari, oppure impianti a gas metano in grado di bruciare ogni anno una quantità di questo idrocarburo pari a tre volte la produzione complessiva russa, o infine se si volesse utilizzare la fonte idroelettrica bisognerebbe costruire 2250 grandi dighe in tutto il mondo. Come si vede, non è pensabile oggi sostituire la fonte carbone …”
LE RINNOVABILI
Il celebre volume scritto dall’autorevole Jeremy Rifkin nel 1985, ha illustrato in modo approfondito lo scenario legato all’economia dell’idrogeno evidenziando gli aspetti generali della conversione all’idrogeno della produzione industriale a livello planetario.
E’ ormai chiaro che il forte orientamento alla produzione da fonti rinnovabili di energia elettrica da fotovoltaico o eolico rappresentino una base solida di partenza sulla quale consolidare le fondamenta della transizione energetica, ma si attendono gli sviluppi delle tecnologie che possano permettere di integrare le precedenti con l’utilizzo di un idrogeno verde completamente sicuro.
I grandi gruppi si sono già messi all’opera ed ormai è questione di tempo prima che nelle nostre case arrivino gli impianti ad idrogeno per il fabbisogno domestico.
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