CARBON NEUTRAL: CI SI PUÒ DIVENTARE SENZA TRUCCHI?
Il nuovo target europeo è quello di ridurre del 55% le emissioni climalteranti entro il 2030, questo comporterà un deciso innalzamento della produzione da rinnovabili.
In Italia, la generazione “Next e Green” dovrebbe arrivare a soddisfare oltre due terzi dei consumi elettrici con energie rinnovabili entro soli 10 anni.
L’Italia parte da più in basso rispetto ad altri Paesi, vanno progettati nuovi processi e nuovi prodotti per realizzare un massiccio spostamento verso l’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili e dei consumi totali di energia nei vari settori di impiego: trasporti, riscaldamento, industria, costruzioni.
Eni ha presentato il suo programma, che contempla che al 2025 il gruppo aumenti la sua produzione di idrocarburi, anche se sposterà il peso sul gas, che nel 2024 costituirà il 55% circa delle riserve, contro il 50% attuale.
La resistenza di Eni e delle lobby del gas non va sottovalutata, in meno di un decennio l’Unione europea ha speso 440 milioni di euro per gasdotti che non sono mai stati completati o rischiano di fallire. Soldi sperperati su vecchi asset ed entro scenari geopolitici in continuo mutamento. Ma i sussidi non riguardano solo il passato, sotto nuove forme riguardano anche il futuro e mettono in discussione il rapido passaggio alle rinnovabili e all’elettrificazione e all’idrogeno.
Infatti, sebbene il regolamento Ue, escluda i gasdotti e gli oleodotti dal ricevere finanziamenti, lascia aperta la porta al finanziamento delle reti dell’idrogeno ottenute adattando l’infrastruttura del gas esistente. Nel caso in cui queste centrali a gas andassero a rimpiazzare impianti a carbone, la protezione sarebbe estesa di altri 10 anni dopo l’entrata in vigore delle modifiche al Trattato, ecco perché gli Enti energetici si buttano a costruire centrali a metano nuove, anziché impianti di rinnovabili disponibili.
Che altro trucco ci si inventerà anziché muoversi in fretta e bene verso le fonti rinnovabili?
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